Si definisce “disease awareness” una campagna di comunicazione il cui obiettivo è informare l’ opinione pubblica su una patologia, solitamente poco nota o sottovalutata.
Si definisce “disease mongering” una campagna di comunicazione il cui obiettivo è creare ex novo o amplificare il pericolo e la portata di una malattia, per incrementare la vendita di farmaci ad essa correlati.
Il confine è labile e negli ultimi anni sono divampate polemiche relative all’ enfasi con cui le aziende farmaceutiche sottolineano la gravità di talune condizioni: disfunzioni erettili, menopausa, irritazione dell’ intestino.
Naturalmente sono le stesse aziende che poi commercializzano farmaci dedicati.
Si è parlato di disease mongering anche in riferimento al virus A, inizialmente definito dall’ Oms come una pandemia….
Esprimere un giudizio non è cosa facile: se è vero che alcune situazioni sembrano quantomento sospette (leggi qui) è altrettanto vero che le condizioni di vita dell’ uomo moderno sono costantemente migliori proprio grazie alla crescente consapevolezza delle malattie, il consumo dei farmaci e soprattutto il focus sulla prevenzione.
I social media intervengono a rendere ancora più labile il confine fra le due pratiche di comunicazione.
Nel video che vi segnalo, infatti, la Janssen-Cilag (gruppo Johnson & Johnson) usa le tecniche del viral marketing per sensibilizzare ad una patologia, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività, molto discussa perchè coinvolge bambini ed adolescenti.
Con un linguaggio molto chiaro e uno stile piacevole, la ADHD (comportamento caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria) viene nel video legittimata quale vera e propria malattia, che in quanto tale necessità di cure e farmaci.
Di altro avviso sono associazioni come “Giù le mani dai bambini” e “Perchè non accada” che sono sostanzialmente contrarie all’ ipermedicalizzazione e all’ uso del farmaci come “rimedio facile”, considerando tali condizioni come curabili a partire da interventi di tipo educativo e affettivo.
Voi che ne pensate?
Simone Di Gregorio